Il ‘Realismo/Fantastico’  di  Stefania Russo

 

Bologna da sempre sforna artisti di grande spessore un po’ in tutti i campi, dalla pittura, alla scultura, dalla musica, alla scienza: quello che non mi è dato capire è come mai questi talenti restino per lo più relegati nella stretta cerchia cittadina o al massimo si possano riscontrare le loro presenze in ambito regionale. La storia ci rammenta la fama di tantissimi creatori d’arte provenienti dal territorio felsineo: a partire dai celeberrimi Carracci e Guercino fino ai giorni nostri, se vogliamo citare non soltanto il grandissimo Giorgio Morandi, possiamo ricordare grandi pittori innovativi come Leonardo Cremonini, inventore della “Nuova Figurazione” oltre a  tanti altri che certamente  non abbiamo modo   di elencare in questa sede. Come fa notare il critico Eugenio Riccomini:- …. Non so davvero se, in qualche manuale di storia dell’arte dei nostri giorni questi pur così mirabili dipinti di Stefania Russo troveranno qualche spazio, qualche citazione ….

( Tratto da –  ‘Vetri, Foglie, Frutta: dipingere ciò che si vede’ –  26 /08/2010) anche la pittrice bolognese fa parte di questa grande fucina di talenti i quali, non si sa bene perché, non sempre vengono osservati  con  l’attenzione che meritano. La sua esperienza nel mondo del restauro monumentale a Venezia accanto agli studi svolti  alle  Belle Arti e al lavoro nel campo   nella grafica pubblicitaria l’hanno avvicinata alla grande pittura del passato ma contemporaneamente all’ambiente d’ avanguardia degli anni Settanta e Ottanta, in particolare all’ambito iperrealista esportato nel mondo da grandi pittori  americani tra cui Chuck Close e scultori  come   Duane  Hanson  o  John   De Andrea  che nei  suoi famosi nudi femminili   puntava ad  un realismo tangibile fino allo stremo. La figura femminile, così come la natura morta, i soggetti floreali ma anche le geometrie solide e  degli oggetti per l’artista bolognese fungono da punto d’incontro  tra  il realismo della sua esperienza  di studio giovanile e la ricerca attuale di elaborazione meditata per trarre dall’oggetto rappresentato nell’opera la sua parte più intima; questa evoluzione  avvicina Stefania Russo di più alla  elaborata sintesi intimistica di un Morandi  e magari ad un distacco metafisico  della materia che ci riporta alla mente la meditata geometria di De Chirico  o ancora a quel  “Realismo- Magico” novecentesco  sullo stile di un Felice Casorati o di un Antonio  Donghi piuttosto che all’iperrealismo da cui era partita e il motivo è riscontrabile nell’obiettivo che muove tutto il suo lavoro artistico di questi  ultimi anni:  unificare e plasmare in un tutto armonico il  disegno/graffito  e  la pittura. Attraverso le tecniche d’affresco che utilizza per “intonacare” la tela di juta grezza su cui, una volta induritasi, va a disegnare e in ultimo a dipingere, l’artista ottiene un effetto uniforme che evidenzia tutta l’immagine e che oserei definire da “altorilievo pittorico”. Sia che rappresenti ritratti sia che dipinga nature morte o fiori, sia che raffiguri oggetti inanimati come sfere, cubi e solidi geometrici, sia che lavori il vetro o materiali come il bronzo e metalli, Stefania Russo non omette di evidenziare la propria ricerca di equilibrio estetico tra la fisicità e l’aspetto interiore, l’intima essenza dell’oggetto stesso rappresentato, un’intimità che è presente anche nelle cose più umili ed insignificanti e che richiama la nostra attenzione. Limoni, melagrane, visi di fanciulli, occhi e bocche di donne giovani o mature, un uovo, un bicchiere di vetro: ogni oggetto, che per caso finisca sotto la lente d’ingrandimento dell’artista diventa un soggetto prezioso, vivo, reale ma anche meditato, ricercato nelle sua sostanza più introspettiva e l’atmosfera di sogno che trapela nelle velature di colore leggero, spalmate su una ruvida tela di juta, fa da sfondo a tutta la rappresentazione e sottolinea la delicata  raffinatezza di una  personalità   che, a nostro parere, proprio esteriorizzando l’interiorità  della   materia   compie una   profonda  indagine per estrarne l’ intima e spirituale perfezione.

Anna Rita  Delucca    

 

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