Chris Offutt: Di seconda mano Minimum Fax

E ci risiamo con i racconti: Se mi considererete “pesante” avete ragione, ma parlando di questo libro di Offutt non posso essere altrimenti.

Offutt è un autore di genere vario, ma in questo caso particolare si è ritagliato un suo posto affianco, se non proprio “al posto di” quel generatore di racconti (e non solo) che è stato Raymond Carver.

Offutt e il Kentucky si tengono per mano, perché, in fondo, l’ambientazione dei suoi racconti è proprio lì: quel Kentucky che, come è stato detto, “non è né Sud né Midwest” e dove “si respira aria satura di bourbon e di tabacco”. Ma in ogni caso il valore di questo autore è il suo sguardo e la sua empatia nei riguardi dell’uomo e ancor di più della donna.

Nel primo racconto, quello che dà il titolo al libro, l’immagine della protagonista che si separa dai suoi stivali (unica sua proprietà), è la misura di un gesto, descritto in modo splendido, fatto per una piccola cosa in quel ancor più piccolo mondo nel quale Offutt tende a trascinarci in continuazione.

Altra caratteristica di questa raccolta, come ho già detto, sono le donne protagoniste: donne che vivono un’esistenza che rispecchia un paese ridotto a pezzi, ma che cercano in ogni modo di cavarsela col minor numero possibile di danni.

Non cerca scappatoie Offutt e, anche se è consapevole delle difficoltà del compito che si è dato, cerca sempre, con le sue parole, di “dire la verità” raccontando “una certa America” e “dicendo le cose come stanno”.

Valga la descrizione del banco dei pegni: “il negozio puzza di sudore e polvere, che è anche l’odore della speranza e della sconfitta”.

Prosegue con un elenco dettagliato delle cose che riempiono quasi ossessivamente il negozio: “tutta roba da poco” dice, poi per finire: “quella è la stanza dell’ultima spiaggia … ogni cosa lì dentro è appartenuta a gente al capolinea, e la loro disperazione la senti nell’aria”.

Chiude il libro la “vecchia Ruby”: una vita passata chissà come e chissà dove (si riesce facilmente a intuire) ma la forza dei legami con la sua terra d’origine è la ragione per cui vivere, morire o solo tornare.

 

Paolo Bassi

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